Roberto Ferrari nasce a Gorizia nel 1959, ma è nel Veneto Orientale che ha messo dimora e inquietudine. Poeta, operatore culturale e agitatore notturno, è tra i fondatori del Porto dei Benandanti di Portogruaro, associazione nata in ambito di Salute Mentale, da sempre laboratorio di relazioni, estetiche laterali e pratiche visionarie. Con il Porto dei Benandanti ha ideato e coordina la rassegna Notturni di versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne, un cantiere poetico errante che dal 2005 si ostina a credere che la notte pensi meglio del giorno, e il Premio Teglio Poesia, dedicato alla ricerca e alle voci giovani. Fa parte anche della direzione artistica di Orchestrazione, rassegna multimediartistica dove poesia, musica e visione si rincorrono e collidono. Come autore ha pubblicato in numerose riviste e antologie italiane e slovene. È curatore delle due antologie poetiche Non ti curar di me se il cuor ti manca, dedicate al mondo della follia e del margine. Nel 2014 pubblica con qudulibri di Gorizia la raccolta Alberi binari, e sempre con la stessa casa editrice, in collaborazione con Marco Opla Pasian (che ha curato disegni e parte grafica), firma i libri: Assolo e Appetito sconfinato del terzo millennio con bellezza il suo opposto bomba inesplosa, terra e salmoni, opere ibride, spesso in bilico tra poesia, delirio urbano in odor di campagna e derisione ontologica. Roberto Ferrari continua a credere che la poesia, come un sismografo impazzito, rilevi tutto ciò che il linguaggio ufficiale rimuove: lo scarto, l’errore, il sogno. Per questa ragione dorme molto, ma solo per svegliarsi altrove, in versi, in crepe, in errori felici.