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Letizia Lanza, Frustoli di scrittura
di Federico Moro

Scheda biobibliografica

Letizia Lanza: Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo.
Postfazione di M. Ferrari
Venezia, Supernova 2002, pp. 192


Credo esistano pochi casi di tanta rigorosa coerenza tra intenzione ed atto quale si riscontra nel lavoro di Letizia Lanza. 

I numerosi titoli prodotti – da Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana a Eidola. Immagini dal fare poetico; da Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg Bachmann a Grecità femminile, l’altra Penelope al più recente Frustoli (tutti editi dall'Editrice veneziana Supernova) – testimoniano dell’accurato scandaglio operato tra le pagine della letteratura, prevalentemente anche se non solo classica. Non è, però, dell’accuratezza filologica che voglio parlare, ma della paziente ricostruzione dell’identità femminile operata su pagine declinate in buona sostanza al maschile. E proprio l’irriducibile centralità della donna rappresenta lo snodo fondamentale della ricerca di Letizia Lanza, nonché della sua visione del Mondo. Costruita a partire dall’antichità classica, senza dubbio, ma che finisce per attraversare, innervandola, l’intera Storia – dimensione spazio temporale dell’autovalorizzazione umana.

La donna di Letizia, la chiamerò così d’ora in poi, rappresenta l’alterità assoluta rispetto al Cosmo maschile. Non si tratta semplicemente della denuncia di una diversità, quanto piuttosto dell’affermazione dell’esistenza di una concreta realtà antagonista, incarnata dall’intero genere femminile. Un Cosmo ordinato sulle sensibilità ed i valori delle donne. Quelli, sembra di poter dire, alla cui debole presenza nel maschio dobbiamo il dramma della Storia.

Il Mondo è schiavo della violenza, il Cosmo, per così dire, è in disordine in quanto dominato dal principio maschile, asservito a una logica di sopraffazione. La rivalutazione del principio femminile riporterebbe l’equilibrio, garantirebbe la pace, quella vera, definitiva, non la semplice tregua tra conflitti cui siamo assuefatti.

La donna di Letizia, quindi, ben lontana dal presentarsi quale complemento, anche se migliorativo dell’uomo, si offre come dimensione conchiusa ed autosufficiente.

L’importanza della posta in giuoco, l’Altro Cosmo, spinge Letizia Lanza ad inseguire le tracce della sua donna tra le pagine della letteratura. Difficile sottrarsi alla vertigine prodotta dall’esplodere di questo nuovo archetipo, quasi bastasse semplicemente evocarlo per trovarsi senza certezze. Perché l’intenzione e l’atto, la ricerca del Valore femminile e la sua esaltazione, procedono nelle pagine di Letizia Lanza di pari passo con l’implicita denuncia della perenne lotta con il predominante Valore maschile… per cui non resta che domandarsi se lo sforzo di realizzare l’utopia non rappresenti, in definitiva, l’unica via d’uscita rimasta all’umanità. Tutta intera.

1 maggio 2003


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