Intanto*
Intanto una rosa bianca io porto sempre a casa
bianca come il nulla che ti contiene
bianca come il marmo dei tuoi baci
bianca come questa elegia che mi consuma
da sola so ora i giorni
e come il bianco imperi sulla luce
ah, un sonno di trecento anni
o un sorso del Lete per questi affanni.
*Cfr. A. Lombardo,
Con candide mani. Prefazione di A. Cabianca. Nota a margine di M. Celio. Fotografia di M. Cinque, Edizioni PROGET, Padova 2020.
Una geniale cecità in groppa a droni
mescola reality, torti e ragioni
statistiche di cadaveri, merletti, rossetti
bandiere e croci. Benedetti e assolti
in tutti i cimiteri orrori ed errori.
Sangue scivola lascivo intanto
su crolli, detriti, volti, grembi, alberi ignari
con fabbriche di armi a fare da cornice
a bocche spalancate di case, accampamenti
fragili ossa di bimbi e bimbe e un alfabeto
che a fatica chiede
Come possiamo dirci ancora UMANI
A brilliant blindness on the back of drones
mixes reality, wrongs and rights,
statistics of corpses, lace, lipsticks
flags and crosses. In every cemetery
horrors and errors blessed and absolved.
Meanwhile blood lasciviously slides
on blasts, debris, faces, wombs, blind trees
with weapons factories as a backdrop
at wide open mouths of houses, camps
fragile bones of boys and girls and an alphabet
that struggles to ask
How can we still call ourselves HUMAN?